martedì 24 luglio 2012

Caprini

Erano tre anni che desideravo farlo, ma poi per un motivo o per un altro non è mai capitata l'occasione...fino alla scorsa settimana.
Mi sono svegliata quasi all'alba per essere pronta e attiva in "caciaia" quando comincia il lavoro. Ed è stata un'esperienza unica.
Ho degli amici che hanno un'azienda che produce formaggi caprini e da tempo avevo espresso il desiderio di assistere alla produzione del formaggio; loro per tutta risposta dissero che non permettevano di assistere ma se volevo avrei potuto partecipare attivamente al lavoro.
Meglio di così...potevo fare il formaggio!!!
E l'ho fatto.
Mi si sono aperte le porte di un mondo a me sconosciuto e mi è piaciuto tantissimo.
Vedere arrivare il latte caldo appena munto, metterlo in un grande pentolone e cominciare a cagliarlo. E poi lavorarlo, stando attenti a metterlo nelle forme nel modo giusto per far uscire tutto il siero.  E ancora, salate le tome lattiche e rigirare quelle in via di stagionatura.


E ricominciare da capo.
Affondare le mani e le braccia nel pentolone del formaggio caldo per romperlo in mille pezzettini è stato un momento quasi estatico. Una sensazione morbida e avvolgente che mi ha ricordato un po' l'utero materno: questa massa così imponente ma al contempo così fragile e delicata.
  

La giornata si è conclusa con la ricotta, il formaggio più leggero, più vellutato.
L'ho fatto tutto da sola e ne sono stata fiera.
Da oggi in poi mangerò formaggi con molta più soddisfazione

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