mercoledì 13 aprile 2011

Riflessioni


Credo di essere stata un po' troppo frettolosa... Frettolosa nel pubblicare la storia dei Grimm senza neanche una riga di spiegazione.
Anzi ho fatto di peggio, sulla mia pagina fb ( siete tutte/i invitati a diventare miei amici!!! :p) insieme al link ho scritto il seguente commento :
In questi giorni in asilo si racconta e si rappresenta questa fiaba.
Insomma per chi legge il commento e poi legge la storia immagina che io sia una quasi-maestra ( quasi perchè ancora non sono "di ruolo", tengo i bimbi al pomeriggio e mi sento ancora in fase di apprendista, apprendista che ogni giorno impara e sperimenta qualcosa di nuovo) terribile!!! Ma come racconti ai bambini e rappresenti addirittura una storia così crudele?!? povero topino, ma che fine indegna! e il gatto... veramente un prepotente!

Prima di tutto vorrei fare una premessa: vi racconto un po' del mio lavoro-tirocinio-apprendistato. Da settembre alla scuola waldorf, all'asilo, è stato istituito il prolugamento; si dà cioè la possibilità a quei genitori che lavorano tutto il giorno e non hanno a chi lasciare i figli il pomeriggio, di poter tenere i bambini a scuola fino a metà pomeriggio.
In questo arco di tempo di doposcuola, i bambini hanno bisogno di riposare o comunque di trovare uno spazio di quiete dopo tutta l'attività mattiniera. E' per questo motivo che da qualche mese a questa parte abbiamo deciso di fare un piccolo teatrino raccontando una storia con personaggi fatti a mano.
Fin'ora il compito del teatrino era affidato alla persona che lavora insieme a me. Lei raccontava la storia e muoveva i personaggi; io rimanevo invece seduta con i bimbi a godermi la storia.
Ma questa settimana abbiamo deciso di invertire i ruoli.
Così mi sono messa alla ricerca di una storia. - Fine della premessa-

Devo dire che appena ho letto la storia del gatto e del topo, sono rimasta un po' perplessa anch'io e mi sono fatta una serie di domande super moralistiche. Mi piaceva il fatto che dovevo creare solo due personaggi, più un pò di lana in un pentolino per lo strutto, ma mi lasciava molto ma molto perplessa il finale della storia.
Così ne ho parlato con la mia "collega" (mi suona buffo chiamarla così), una persona veramente in gamba con un sacco di esperienza con bambini piccoli e non, in contesti steineriani e non.
Le ho raccontato la storia e lei l'ha trovata subito adatta e mi ha semplicemente detto:"non è necessario che le storie finiscano bene".
Ho cercato perciò di lasciare da parte le mie idee super morali e in questi giorni ho cominciato a raccontare la storia ai bambini.

E il risultato è mirabile.
I bambini sono fantastici ( si lo sapevo di già, ma ogni volta scoprirlo di nuovo mi dà gioia) e per fortuna non hanno ancora la nostra visione corrotta e morale.
Loro si divertono tantissimo ad ascoltare questa fiaba. Rimangono sulle spine tutte le volte che il gatto deve uscire per andare a battezzare il nuovo nipotin; ridono a crepapelle quando invece dice il nome dei nuovi battezzati "pellepappata", "mezzopappato", "tuttopappato";si arrabbiano invece con il gatto quando và a leccarsi tutto lo strutto del pentolino e gli dicono di non farlo ( si, lo dicono proprio al gatto) altrimenti diventa ciccione.
E poi alla fine il gatto si mangia il topo. Si, perchè da che mondo è mondo i gatti si mangiano i topi. E per loro è la cosa mi normale del mondo.
Ma i bambini non si identificano nel gatto, riconoscono che il gatto è veramente un furbone approfittatore e delle bugie raccontate al topo: prima gli mangia tutto lo strutto e poi va a finire che si pappa pure il topo, perchè i gatti si mangiano i topi per natura... il contrario sarebbe molto più strano.

Siamo noi adulti che mettiamo un sacco di giudizi e critica sulle fiabe. E criticando o giudicando ci soffermiamo solo ad un livello superficiale, quando invece ogni fiaba ha un suo livello simbolico-spirituale che va al di là del suo aspetto "esteriore".
Tante volte ho letto blog di mamme in cui si dichiarava la non passione per le fiabe dei fratelli grimm perchè magari le figure femminili fanno lavori umili oppure perchè hanno perso i genitori o ancora perchè c'è una qualche figura archetipica che cozza un po' con la nostra morale moderna di buonismo.
Ma appunto sono archetipi. Hanno cioè una valenza simbolico spirituale che lavora dentro di noi, e a maggior ragione dentro i bambini, a livello animico di cui noi razionalmente non ci rendiamo conto. Ed è invece la parte più importante.
Ci sono addiritture fiabe curative, si portano cioè determinate fiabe a determinati bambini in modo che gli elementi della fiaba vadano a lavorare sulle forze animiche del bimbo che ne ha bisogno.

A questo punto mi sento in dovere di fare un grande ringraziamento ad Anna, la quale con il suo commento mi ha permesso di chiarire e chiarirmi le idee e speculare con un po' di riflessioni pseudo-antroposofiche.
Grazie!


foto tratta dal sito bordighera.net

2 commenti:

ilmondodiru ha detto...

Grazie per questo approfondimento...
Abito in Toscana e sono una mamma di 4 bimbi, maestra del metodo waldorf...
Sarebbe bello conoscerci!
Intanto un caro augurio e grazie per questo bellissimo blog e per i tuoi lavori che riempiono gli occhi e il cuore di gioia!
Rugiada www.ilmondodiru.it

Soma ha detto...

Grazie! conscersi sarebbe veramente bello e se capiti dalle parti di firenze fammelo sapere... tu in che parte di toscana abiti?